Bonifica Area ex Novaceta: cosa sta succedendo?
PrimopianoIntervista a Silvia Minardi, che scende ufficialmente in campo "Ora voglio fare il sindaco con un progetto tutto mio". (di Valentina Pagani)
Primopiano
MAGENTA – L’abbiamo cercata, seguita, «corteggiata». Per mesi Silvia Minardi, docente ed ex capogruppo del Pd, si è defilata dalla politica, delusa dal partito che, al momento dell’individuazione del candidato sindaco, le ha preferito Marco Invernizzi. Lei non ha mai polemizzato, buttandosi a capofitto nel lavoro e limitandosi ad osservare i movimenti del palazzo. Ma poi non ce l’ha fatta. E, qualche mese fa, ha deciso di rimettersi in gioco con «Progetto Magenta», un grande
Carta dei Valori
PrimopianoProgetto Magenta vuole inaugurare un modo nuovo di pensare all’amministrare locale in termini di buon governo e cittadinanza responsabile: è necessario mettersi insieme e disegnare insieme la visione di Magenta che vogliamo. La domanda politica è frutto di percorsi e di scelte condivise.
Chi abita Magenta aderisce a Progetto Magenta dicendo quali responsabilità è pronto a prendere nella realizzazione della visione comune che andremo elaborando logiche nuove di welfare: “non posso aiutarti senza di te”, “cosa puoi fare tu con le risorse che ti metto a disposizione?”
Progetto Magenta: il Logo
PrimopianoNota Stampa. Perché un tetto non è sufficiente!
PrimopianoUn nuovo progetto per Magenta (di Valentina Pagani da Settegiorni)
PrimopianoAlla città servono nuove idee. L’iniziativa di Silvia Minardi (Da "Il Giorno", 12 giugno 2014)
PrimopianoL’antifascismo ri-smarrito
PrimopianoPer noi gufi, un tentato pluriomicidio di uno che fa il saluto romano è un tentato pluriomicidio di un fascista e se qualcuno lo derubrica a gesto inconsulto di uno squilibrato, inserito nelle liste elettorali di un partito nelle elzioni amministrative del 2017, saltiamo sul nostro ramo, voliamo via esterrefatti e ci rifiutiamo di condividere un albero con chi fa queste affermazioni indecenti. Ci eravamo appena congratulati per l’antifascismo ritrovato del PD quando scopriamo che in quel partito c’è chi mette sullo stesso piano le manifestazioni antifasciste e quelle filofasciste che è come vietare sia un corteo di mafiosi sia un corteo che vuole manifestare solidarietà alle vittime della mafia e nessuno a far notare che essere nati dalla parte più fortunata del Mediterraneo non è affatto un merito. Il 10 giugno, anniversario della morte di Matteotti per il quale il fascismo non era un’opinione, ma un crimine è anche il giorno in cui un dittatore schifoso, la cui amante antisemita non può essere oggetto di satira (ma poi siamo tutti Charlie!), dichiarò ignominiosamente guerra alla già sconfitta Francia. In quel giorno noi gufi proponiamo di avvolgere in un drappo nero -come aveva fatto la vedova di Battisti, Ernesta Bittanti, con il monumento del marito alla notizia di un’adunata fascista a Trento - cippi, monumenti, lapidi commemorative, dedicati ai caduti per la Liberazione nelle città in cui avranno vinto le elezioni forze politiche che minimizzano il rigurgito fascista in Italia.
L’antifascismo ritrovato
PrimopianoAllieta che finalmente un partito che dovrebbe avere nel proprio DNA il contrasto all’ideologia fascista sfili in difesa dei valori sui cui si basa la Costituzione dopo aver cercato di snaturarla in senso verticistico, quando bastava modificare i regolamenti parlamentari come infatti si sta facendo ora. Meglio tardi che mai, soprattutto perché quello stesso partito, avendo ora i numeri in Parlamento o potendoli trovare, non ha insistito per una Commissione d’inchiesta sui fatti di Genova. Dov’è finito quel parlamentare che chiedeva “Vorrei sapere se è vero o non è vero che i ragazzi sono stati costretti a urlare Viva il Duce” e magari qualcuno vorrebbe sapere perché sono stati promossi i vertici delle forze dell’ordine dell’epoca, quando la magistratura ha accertato le nefandezze avvenute in quell’occasione, ma a causa della prescrizione-mai abolita in toto da quel partito- i fascisti all’opera in modo purtroppo molto concreto non sono stati puniti. Detto questo, occorre precipitarsi ad acquistare il quotidiano e la rivista colpiti per le inchieste sui neofascisti, perché “il fascismo è un crimine e non un’opinione” e lo era ben prima del 1938, come dimostrò l’assassinio dell’autore di tale frase.
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